La squadra di Mazzarri supera 1-0 il Genoa al Ferraris e, in attesa delle gare della domenica, si porta solo a tre punti dalla capolista Milan. Il gol che manda ko i rossoblù arriva al 25' del primo tempo. All'85' espulso Pazienza per doppia ammonizione
GENOVA, 11 dicembre - Dalla partita che il Genoa voleva e doveva vincere per dare una svolta a un campionato fin qui deludente arriva invece la conferma che il Napoli può sognare traguardi molto ambiziosi. Una prodezza di Hamsik è sufficiente alla bella squadra di Mazzarri per piegare la confusa e un po' pasticciona avversaria e balzare al secondo posto provvisorio con la Lazio. Ma i tifosi tornano a casa felici soprattutto per le tre sole lunghezze che dividono i loro giocatori dalla capolista Milan. I tre punti sono meritati, ma se il Genoa nella ripresa avesse pareggiato, grazie all'innesto di Rudolf, Mesto e Destro al posto dei deludenti Palladino, Veloso e Kharja, gli ospiti non avrebbero potuto recriminare. La forza del Napoli al Ferraris è emersa comunque con una certa evidenza. La squadra di Mazzarri ha sfruttato al meglio il primo e forse unico grave errore avversario (testata vincente in corsa di Hamsik e palla sotto la traversa con dormita dei genoani) e ha poi controllato la gara andando in affanno solo in qualche occasione nella ripresa, quando la pressione dei padroni di casa è aumentata (l'espulsione di Pazienza a 5' dal termine per doppia ammonizione non ha influito).
LA PARTITA - Il taccuino dice che l'azione del gol è l'unica vera occasione del Napoli e che Eduardo non ha fatto parate decisive ma il volume di gioco creato è stato notevole e non inferiore a quello prodotto dal Genoa. La squadra di Ballardini recrimina per un netto fallo di mano di Maggio in area (che l'arbitro non ha visto o ha giudicato involontario) e per alcune occasioni sfumate di un soffio. Ma deve fare autocritica perchè all'inizio ha giocato in nove per le 'assenzè di Palladino e Veloso, inguardabili, e in undici effettivi non è riuscito a fare un gol. Mazzarri ha fatto a meno di Grava e Lavezzi ma ha trovato validi sostituti in Zuniga e Aronica. Ballardini non è invece riuscito a far partire i suoi con il piglio giusto. Forse chi è entrato in corsa doveva giocare dall'inizio.
LA CHIAVE - Il Napoli è partito meglio, grazie al dinamismo degli uomini di centrocampo, che superanvano costantemente in velocità i lenti del Genoa, Milanetto e Veloso. Il Genoa rimedia sulle fasce con Rafinha e Criscito, che blocca Maggio e spinge. Dopo una serie di corner che mettono apprensione agli ospiti e una occasione per parte (ottima quella di Rossi che calcia alto davanti a De Sanctis), poco prima della mezz'ora passa il Napoli con una prodezza del solito Hamsik che stacca tutto solo in corsa e mette sotto la traversa su punizione da destra di Gargano. La squadra di Ballardini paga la serata nera di Palladino, che sbaglia tutto, e la staticità di Veloso, che entra in scena solo a gioco fermo per tirare corner e punizioni. Nella ripresa gli innesti obbligati di Rudolf e Mesto fanno subito viaggiare il Genoa a velocità doppia. Il Napoli ripiega un pò e tre volte rischia il gol del pareggio, ma Toni, Mesto e destro sono imprecisi e alla fine i partenopei, dopo tre sconfitte in casa del Genoa, rompono il tabù Ferraris.
LA PARTITA - Il taccuino dice che l'azione del gol è l'unica vera occasione del Napoli e che Eduardo non ha fatto parate decisive ma il volume di gioco creato è stato notevole e non inferiore a quello prodotto dal Genoa. La squadra di Ballardini recrimina per un netto fallo di mano di Maggio in area (che l'arbitro non ha visto o ha giudicato involontario) e per alcune occasioni sfumate di un soffio. Ma deve fare autocritica perchè all'inizio ha giocato in nove per le 'assenzè di Palladino e Veloso, inguardabili, e in undici effettivi non è riuscito a fare un gol. Mazzarri ha fatto a meno di Grava e Lavezzi ma ha trovato validi sostituti in Zuniga e Aronica. Ballardini non è invece riuscito a far partire i suoi con il piglio giusto. Forse chi è entrato in corsa doveva giocare dall'inizio.
LA CHIAVE - Il Napoli è partito meglio, grazie al dinamismo degli uomini di centrocampo, che superanvano costantemente in velocità i lenti del Genoa, Milanetto e Veloso. Il Genoa rimedia sulle fasce con Rafinha e Criscito, che blocca Maggio e spinge. Dopo una serie di corner che mettono apprensione agli ospiti e una occasione per parte (ottima quella di Rossi che calcia alto davanti a De Sanctis), poco prima della mezz'ora passa il Napoli con una prodezza del solito Hamsik che stacca tutto solo in corsa e mette sotto la traversa su punizione da destra di Gargano. La squadra di Ballardini paga la serata nera di Palladino, che sbaglia tutto, e la staticità di Veloso, che entra in scena solo a gioco fermo per tirare corner e punizioni. Nella ripresa gli innesti obbligati di Rudolf e Mesto fanno subito viaggiare il Genoa a velocità doppia. Il Napoli ripiega un pò e tre volte rischia il gol del pareggio, ma Toni, Mesto e destro sono imprecisi e alla fine i partenopei, dopo tre sconfitte in casa del Genoa, rompono il tabù Ferraris.
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