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domenica 12 dicembre 2010

Palermo super in rimonta Il Parma sogna ma va ko


PALERMO, 11 dicembre - Sarebbe stato davvero triste, per il Palermo, uscire dal campo sconfitto, nell'ultima partita casalinga di un 2010 comunque da incorniciare, che ha fatto registrare solo due ko (nel corso dell'attuale stagione agonistica), contro Inter e Lazio. I rosanero, nel primo tempo, però, ci hanno provato a rovinare la festa ai propri sostenitori, con una prova incolore, impalpabile, da dimenticare. Rossi aveva garantito che la squadra non avrebbe patito le scorie del tracollo di Napoli, ma aveva torto. Per un tempo, il Palermo è stato l'ombra di se stesso, l'emblema di questo disastro collettivo ha il volto deluso di Pastore, apparso fuori condizione, indisponente più per i compagni che per gli avversari, tanto da uscire tra i fischi del pubblico. È proprio nel primo tempo che si materializza il più brutto Palermo visto in casa nel corso dell'attuale stagione ed il Parma che non ha Pasquale Marino in panchina a causa di un lutto fa un figurone, peraltro favorito dalla rete in apertura dell'ex (uno dei cinque, gli altri sono Pisano, Dellafiore, Zaccardo e Morrone), Alessandro Lucarelli, abile e fortunato a raccogliere di testa un corner dalla sinistra ed a scaraventare il pallone in rete. Clamorosi, nella circostanza, l'amnesia difensiva di Balzaretti, che perde contatto con l'avversario, ed il gesto di Bovo, scavalcato dal pallone.

MICCOLI TRASCINATORE - La reazione dei rosanero produce zero tiri, zero pericoli e dunque zero palle-gol. Anzi, è ancora il Parma ad assaporare la gioia del gol quando, al 36', l'incontenibile Angelo s'incunea nell'area dei padroni di casa dal settore di destra e manda incredibilmente a lato, facendo rabbrividire i già infreddoliti tifosi presenti sugli spalti dello stadio Renzo Barbera. Lo choc per lo scampato pericolo non scuote il Palermo che ricomincia a macinare gioco su ritmi da amichevole di fine stagione e riesce ad avvicinarsi alla porta di Mirante (che non immaginava certo una serata così tranquilla all'inizio) in chiusura di tempo con un'azione sulla destra che mette Ilicic nelle condizioni di tentare un preziosismo con il tacco. La difesa emiliana si salva. Chi delude di più è Pastore, il cui estro appare oscurato forse anche dalle voci di mercato che si rincorrono sul suo conto: poco lucido nel dribbling e senza idee, l'argentino. Anche Miccoli, tuttavia, non sembra in serata di grazia. Ma, come dimostrerà il secondo tempo, è solo un'impressione. La manovra risente della scarsa vena dei fantasisti e l'unico a tentare la giocata è Ilicic che, però, finisce per rientrare nel ranghi. Nella ripresa, Rossi tenta la carta Pinilla, ma soprattutto mette da parte Pastore, troppo lezioso ed inconcludente, mai in partita. L'accantonamento del pupillo di Maradona produce effetti positivi sulla manovra del Palermo, più dell'ingresso in campo di Pinilla, che pure ci impiega solo 6' per ristabilire la parità. È senza dubbio un altro Palermo: meno prigioniero dell'estro di Pastore, più fluido, con qualche idea in più, che si porta in vantaggio con un'altra perla di Miccoli (lui si che fa la differenza) e potrebbe triplicare sia con lo stesso Miccoli che con Ilicic, il cui tiro da posizione impossibile pizzica la traversa, prima di finire fuori. Nel finale Rossi prima inserisce Liverani, poi getta nella mischia Kasami: ed ha ancora ragione. Il centrocampista svizzero, infatti, chiude il match, dopo che Sirigu aveva compiuto un miracolo su una deviazione ravvicinata di Crespo, ma con la complicità decisiva di Zaccardo. Il Palermo fa festa, ma quanta paura

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