I tempi non dovrebbero essere lunghi: già presentati i dossier, è pronto il tavolo per scegliere i possibili acquirenti. La famiglia Sensi, Unicredit e Rothschild procederanno con la valutazione delle offerte arrivate. Allo sprint parteciperà anche la proposta mediorientale. La pista francese non sembra essere in corsa
ROMA, 2 febbraio - I tempi per conoscere il nuovo proprietario della Roma a questo punto non dovrebbero essere lunghi. Già per domani la famiglia Sensi, Unicredit e Rothschild si sono dati appuntamento per fare il punto sulle cinque offerte vincolanti ricevute per l'acquisto del club giallorosso. Sarà un primo esame delle proposte arrivate, ma non si esclude che saranno necessari ulteriori approfondimenti. Trattandosi di binding offers, possono esserci ulteriori sviluppi nella ricezione delle offerte, si può decidere di lasciare in contesa due soli soggetti. Alla riunione parteciperanno Rosella Sensi, che rappresenta la sua famiglia e detiene attualmente il 49 per cento di Italpetroli, Antonio Muto per Unicredit e il professore Attilio Zimatore, scelto come presidente dopo l’accordo del 26 luglio. Al tavolo della trattativa dovrebbero trovarsi anche Piergiorgio Peluso, per Unicredit e Daffina per Rothschild. Italpetroli detiene il 67% delle azioni As Roma. Quindi dopo questo primo incontro potrebbe essere necessario un nuovo incontro con i rappresentanti dei potenziali acquirenti per chiedere approfondimenti. Chi ha presentato l’offerta può anche fare un rilancio per superare la concorrenza.
DOSSIER - Ieri l'advisor Rothschild ha consegnato a Unicredit e alla famiglia Sensi i dossier contenenti le offerte per l'acquisto dell'AS Roma. I documenti comprendono i dettagli finanziari e sportivi dei progetti predisposti dai potenziali acquirenti. Nell'esame del materiale, che verrà consegnato anche al professor Attilio Zimatore prima della riunione, si terrà conto dei parametri finanziari e anche della congruità del progetti illustrati.
NOVITA’ - La cordata americana rappresentata dallo studio Tonucci è ottimista sul felice esito della trattativa dopo aver trattato a lungo con i vertici di Unicredit a New York la scorsa settimana, ma nello stesso tempo è rimasta spiazzata dall’offerta di Aabar. La strada sembrava delineata in favore degli americani, ma in realtà non è così e ora dovranno competere con le altre offerte. Quella araba, avvolta ancora in un alone di mistero, sembra essere gradita a Unicredit, della quale il fondo Abu Dhabi detiene un pacchetto azionario del 4,9 per cento. In realtà l’offerta araba quasi nessuno se l’aspettava più, ma ora ha buone chance di successo. Potrebbe entrare in una short lista ristretta a due pretendenti. Anche Angelucci spera ancora, puntando su un piano industriale incentrato sulla valorizzazione dell’asset.
SPRINT - Lo sprint finale sembra favorire tre delle cinque offerte vincolanti ( quelle degli arabi, degli americani e della famiglia Angelucci), anche se qualcuno dà credito anche all’altra offerta presentata da un fondo misto mediorientale- americano. Non ha peso l’offerta francese.
Leggi l'articolo completo sull'edizione odierna del Corriere dello Sport-Stadio
DOSSIER - Ieri l'advisor Rothschild ha consegnato a Unicredit e alla famiglia Sensi i dossier contenenti le offerte per l'acquisto dell'AS Roma. I documenti comprendono i dettagli finanziari e sportivi dei progetti predisposti dai potenziali acquirenti. Nell'esame del materiale, che verrà consegnato anche al professor Attilio Zimatore prima della riunione, si terrà conto dei parametri finanziari e anche della congruità del progetti illustrati.
NOVITA’ - La cordata americana rappresentata dallo studio Tonucci è ottimista sul felice esito della trattativa dopo aver trattato a lungo con i vertici di Unicredit a New York la scorsa settimana, ma nello stesso tempo è rimasta spiazzata dall’offerta di Aabar. La strada sembrava delineata in favore degli americani, ma in realtà non è così e ora dovranno competere con le altre offerte. Quella araba, avvolta ancora in un alone di mistero, sembra essere gradita a Unicredit, della quale il fondo Abu Dhabi detiene un pacchetto azionario del 4,9 per cento. In realtà l’offerta araba quasi nessuno se l’aspettava più, ma ora ha buone chance di successo. Potrebbe entrare in una short lista ristretta a due pretendenti. Anche Angelucci spera ancora, puntando su un piano industriale incentrato sulla valorizzazione dell’asset.
SPRINT - Lo sprint finale sembra favorire tre delle cinque offerte vincolanti ( quelle degli arabi, degli americani e della famiglia Angelucci), anche se qualcuno dà credito anche all’altra offerta presentata da un fondo misto mediorientale- americano. Non ha peso l’offerta francese.
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